Il grande tema dei diritti civili: diritto alla cittadinanza e diritto al fine vita
In estate avevamo assistito tutti con un certo stupore alle “aperture” di Forza Italia sul tema dello Ius Scholae: non era lo Ius Soli che come PD auspichiamo ma le parole di Tajani sembravano incoraggianti. Sono bastate appena poche settimane per dimostrare che, come temevamo, l’apertura di Forza Italia era stata del tutto strumentale e “politica” nel senso deteriore del termine, vale a dire orchestrata per regolare qualche conto nella maggioranza di Governo, e difatti in Parlamento Forza Italia ha cambiato subito idea. Noi democratici non ci siamo stupiti più di tanto della giravolta, e anche per questo abbiamo subito rivolto l’attenzione al livello regionale nella speranza che la cosiddetta “apertura” estiva sulla questione lasciasse comunque degli spiragli di azione a partire dal territorio, e abbiamo quindi presentato in Consiglio regionale una mozione con cui abbiamo chiesto all’Aula del Pirellone di esprimersi in favore della riforma dei criteri che regolano la cittadinanza, e lo stesso ha fatto anche il Movimento Cinque Stelle. Risultato? Come ha spiegato bene il nostro Capogruppo Pierfrancesco Majorino, entrambe le mozioni sono state bocciate a dispetto di tutte le dichiarazioni estive (balneari vien da dire, a questo punto) ma a dispetto soprattutto di centinaia di migliaia di ragazze e di ragazzi, usate e usati ancora una volta in modo ideologico dalle destre: sono giovani che condividono ogni cosa con i nostri figli, ma destra e Lega stabiliscono cinicamente che non possono esserne concittadini.
Proprio su questo tema dobbiamo reagire con slancio: entro il 30 settembre vanno raccolte 500mila firme per un referendum che cambi la legge sulla cittadinanza: ho firmato anch’io. È possibile farlo online a questo link https://referendumcittadinanza.it/ e quindi facciamolo: riportiamo a cinque anni il termine per poter avanzare domanda di cittadinanza e riconosciamo a due milioni e mezzo di persone la pura e semplice realtà di essere in tutto e per tutto italiane.
Neanche il tempo di vergognarsi per l’uso strumentale delle vite altrui ed ecco che i Fratelli d’Italia lombardi ci hanno regalato una nuova perla diffondendo una nota tecnica dell’Ufficio legale della Regione proprio mentre a Palazzo Pirelli si riunivano le Commissioni Sanità e Affari Istituzionali sull’avvio della discussione di una legge di iniziativa popolare sul fine vita. Il fatto è invece molto semplice, lo ha spiegato bene la nostra Consigliera Carmela Rozza: c’è una proposta di legge di iniziativa popolare che è già stata dichiarata ammissibile dall’Ufficio di Presidenza e che è di competenza regionale come hanno chiarito le sentenze della Consulta fin dal 2019 e le istruttorie di organismi terzi in altre Regioni che già hanno affrontato il tema. Non c’è nulla da traccheggiare né ci sono regolamenti da mettere in mezzo, il testo di legge riguarda le modalità di organizzazione del servizio sanitario regionale, non altro, e su questo c’è solo da confrontarsi nel merito, come del resto è (sarebbe) dovere dei rappresentanti dei cittadini eletti in Consiglio regionale.
Per dirla con ancora maggiore chiarezza: mentre destra e Lega rivendicano “l’autonomia” da Roma, ecco che su un tema delicato e sentito come quello del fine vita si nascondono dietro le “competenze dello Stato” per differire quanto più è possibile la questione.
In fondo il loro è uno schema noto: mai discutere di quanto un atto politico sia giusto e sia necessario, mai affrontare una tematica nel rispetto dei valori di ciascuno ma al contempo nel merito, in modo puntuale e aperto: il loro metodo è sempre quello del “cosa ci conviene dire”, “cosa ci conviene tacere”, strada che conduce sistematicamente in via della propaganda.
Silvia Roggiani
Segretaria regionale PD lombardo
Autonomia differenziata: Uniti contro l’autonomia che spacca il Paese
https://partitodemocratico.it/uniti-contro-lautonomia-che-spacca-il-paese/
Unità Festa Valle del Seveso - 13-23 giugno 2024 - Cesano Maderno
https://drive.google.com/file/d/1z4_VklfTb95fWKQZe_KmpViYy7Gec4E4/view?usp=drive_link
Cambiamento climatico, transizione ecologica e sostenibilità
Una foto della serata di martedì 28 maggio. Molto interessanti i contributi dei relatori presenti che hanno fornito importanti spunti di confronto sui dati del cambiamento climatico, sulle prospettive di cambiamento del modello di sviluppo economico, sociale e ambientale da percorrere, attuando e rafforzando il Green Deal europeo avversato dal campo conservatore.
Europee 2024 - I candidati del Partito Democratico
Di seguito tutti i nomi delle candidate e dei candidati del Partito Democratico per il collegio Nord Ovest in corsa alle prossime elezioni Europee.
STRADA CECILIA MARIA
BENIFEI Brando Maria detto Brando detto Bonifei
TINAGLI Irene
ZAN Alessandro
PARIGI Antonella
GORI Giorgio
EVI Eleonora
MARAN Pierfrancesco
TOIA Patrizia Ferma Francesca
MATTIELLO Davide
ACCOSSATO Elena
FIANO Emanuele
ROMANO Monica
CENTOZ Fulvio
ARTUSI Lucia Carmela
PIZZUL Fabio
ALFONSO Donatella Anita detta Donatella
JAHIER Luca Giuseppe detto Luca
GIUDICEANDREA Paola detta Giudice
BOTTERO Fabio
1° Maggio 2024 - L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro
L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro, quel lavoro che ogni Primo Maggio celebriamo per ricordare le battaglie per la conquista di diritti e trattamenti dignitosi.
30 Aprile 2024
Una delegazione di Pd, M5S e Avs ha depositato in Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione del Salario minimo. “Avevamo promesso di continuare a batterci per il Salario minimo e per la dignità di chi lavora – si legge in una nota congiunta dei tre partiti – quei milioni di lavoratori poveri che hanno diritto ad una risposta dalla politica e dalle Istituzioni. La destra questi lavoratori li ha presi in giro. Noi no”. La legge punta a “rafforzare i contratti collettivi e stabilire che sotto i 9 euro l’ora non è lavoro ma sfruttamento – prosegue la nota – Perché di questa legge di civiltà c’è bisogno, nonostante il boicottaggio da parte del governo Meloni”.
25 Aprile 2024 - 79° Anniversario della Liberazione
Città di Meda
ore 10:00 Piazza del Municipio - Formazione del corteo
ore 10:15 Monumento ai Caduti - Cerimonia e discorsi ufficiali con posa della corona di alloro
Intervento del Presidente della sezione ANPI di Meda, Amos Badalin
https://drive.google.com/file/d/1CTw5WOMshe5JcHRfNSr8OrHeoHlKiTGC/view?usp=sharing
Il nostro NO all'autonomia differenziata - Autonomia differenziata, mettiamo in campo ogni strumento per bloccarla
“Giorgia Meloni vuole passare alla storia per essere la presidente del consiglio che ha spaccato l’Italia“. La segretaria del Parito democratico, Elly Schlein, è netta nel giudizio sul primo voto parlamentare sull’autonomia differenziata. In prima lettura al Senato la riforma Calderoli ha incassato 110 voti favorevoli, 64 contrari e 3 astensioni, passando quindi alla Camera per la seconda lettura. Dalla salute all’energia, dall’istruzione all’ambiente, sono 20 le materie oggi di legislazione concorrente, ovvero di comune competenza di Stato centrale e Regioni, che potrebbero passare integralmente a carico degli enti regionali, più altre tre, oggi di competenza solo centrale. Una prospettiva decisamente preoccupante, ancora più in assenza della determinazione dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni previsti dalla Costituzione, che vanno garantiti in tutte le Regioni del Paese. Inutile aggiungere che già oggi non sono che un miraggio.
“Proseguiremo la battaglia parlamentare alla Camera, ma serve una mobilitazione forte con tutte le forze politiche e sociali che insieme a noi provino a spiegare quali sarebbero gli effetti devastanti di questa riforma sull’autonomia“, continua Schlein in un post sulla sua pagina Facebook, che riprende quanto la segretaria dem aveva risposto ai cronisti alla Camera.“Parliamo di certificare che ci sono cittadini di serie A e di serie B e chi è al Sud farà ancora più fatica ad accedere ai diritti fondamentali: salute, scuole, trasporti pubblici locali.Stiamo parlando di una intenzione chiara di cristallizzare i divari e di ampliarli. Non hanno messo un euro, non hanno fatto nemmeno finta. Meloni fa rivivere l’antico sogno secessionista della Lega. Per il loro baratto, proprio quelli che fanno i nazionalisti, mettono a repentaglio l’unità nazionale”.
“È sconvolgente il silenzio assenso e la condivisione da parte dei presidenti delle regioni del sud amministrate dalla destra ed è ancora più grave perché hanno fatto prevalere l’interesse politico a quello delle proprie comunità”, conclude Schlein.
Il primo appuntamento in Parlamento per chiedere risposte alla Presidente del Consiglio è già fissato per oggi. Alle 15 alla Camera dei deputati, Elly Schlein interviene al Question time sulle “iniziative volte ad abolire il tetto di spesa per l’assunzione del personale sanitario, nell’ottica della salvaguardia dei principi di universalità, eguaglianza ed equità del Sistema sanitario nazionale”. Come la stessa Schlein ha assicurato ieri ai giornalisti,”ci batteremo nel passaggio parlamentare ma non escludiamo alcuno strumento per bloccare questa riforma che spacca l’Italia”.
Andrea Giorgis, capogruppo Pd nella Commissione Affari costituzionali al Senato, nella dichiarazione di voto ha sottolineato ancora lo scambio al ribasso all’interno della maggioranza di governo. “Perché nell’ultima settimana di novembre c’è stata un’accelerazione dei lavori sul ddl Calderoli sull’Autonomia differenziata? La risposta è semplice: perché il 15 novembre 2023 è stato trasmesso al Senato il ddl costituzionale sul Premierato, con cui il governo propone di eleggere direttamente il Presidente del Consiglio, marginalizzare il ruolo e la funzione del Parlamento e del Presidente della Repubblica e in breve ridurre la democrazia alla scelta del capo. Si è consumato uno scambio tra le due riforme, tra la Lega e FDI e la Lega, sull’autonomia differenziata, ha avuto la meglio. Uno scambio al ribasso, che farà crescere le divisioni e la conflittualità nel Paese e impoverirà l’Italia intera”.La responsabile del Pd per la Salute, Marina Sereni, ha ribadito la disparità inevitabile di trattamento dei cittadini in materia di diritto alla salute, se la riforma ancìdasse in porto. “Il voto di oggi al Senato – ha scritto – mette pesantemente in discussione l’eguaglianza dei cittadini di fronte alla malattia. Già oggi le distanze tra Nord e Sud del Paese in termini di tutela della salute sono enormi. Basti pensare che la speranza di vita nelle aree del Sud è di tre anni inferiore a quella delle aree economicamente più forti. I dati sul raggiungimento dei LEA e sulla mobilità sanitaria passiva confermano che un flusso importante di pazienti e risorse dal Mezzogiorno si sposta ogni anno di più verso le strutture del Nord. Di fronte a questi dati servirebbe, anziché un’ulteriore differenziazione nelle competenze regionali, maggiore capacità di governance nazionale del Servizio Sanitario Nazionale, in termini di indirizzo e controllo, e un’azione seria di riequilibrio volta a colmare i divari in termini di quantità e qualità dei servizi tra le diverse aree del Paese. L’attuazione puntuale del PNRR rappresenta un passaggio fondamentale in cui non possiamo permetterci, come ha fatto il governo fin qui, di distogliere fondi per la sanità pubblica. Continueremo a mobilitarci per dire no a 20 diversi Sistemi sanitari regionali e per dire sì ad un Servizio Sanitario Nazionale che garantisca a tutti e in tutta Italia prevenzione, cura e prestazioni appropriate”.
Domenica 3 marzo 2024 - Assemblea regionale DonneDem
Carissime,
scrivo al termine della campagna adesioni 2024, vi saluto caramente e vi ringrazio per aver aderito alla Conferenza delle Donne Democratiche.
In Italia le adesioni hanno superato il numero di 14.000 ed in Lombardia sono state circa 1.200.
La nostra Conferenza provinciale di Monza e Brianza ha raccolto 132 adesioni, seconda in Regione solo a quella di Milano, aumentando considerevolmente il numero rispetto alla precedente campagna di adesioni del 2019.
L'ottima risposta è un segnale della volontà di mobilitazione delle Donne progressiste.
Il successivo e prossimo passaggio sarà l'elezione della Portavoce nazionale.
Negli scorsi giorni avete ricevuto dalla Portavoce regionale Diana De Marchi (mail sotto) l'invito a partecipare all'Assemblea regionale di domenica 3/03 nella quale interverrà la candidata unitaria Roberta Mori e si procederà al voto della lista delle delegate (26 per la Lombardia) che eleggeranno la Portavoce nazionale in una seconda Assemblea a Roma.
Domenica 3 marzo, però, si terranno anche le elezioni provinciali di secondo livello di Monza e Brianza.
Considerato che molte aderenti alla Conferenza saranno chiamate al voto come consigliere e sindache, come gesto di attenzione in una comunità democratica capace di tenere i molteplici impegni, abbiamo avuto la possibilità di organizzare presso la Federazione di provinciale di Monza, via Arosio 6, un collegamento con l'Assemblea regionale e di avere un seggio distaccato potendo votare direttamente presso la nostra sede.
Vi aspetto, quindi domenica 3 marzo alle 9,30 presso la Federazione di provinciale di Monza, via Arosio 6.
L'ordine dei lavori seguirà quello dell'Assemblea regionale (mail sotto).
Vi aspetto quindi domenica.
I più cordiali saluti
Simona Buraschi e tutto il Coordinamento Donne Democratiche MB
Conferenza provinciale delle Donne Democratiche di Monza e Brianza
presso PD Federazione Provinciale Monza Brianza
Via Arosio 6, 20900 MONZA
tel/fax 039323522
mail: donnedemocratiche@pdbrianza.it
Todde presidente, vince la Sardegna. L’alternativa c’è.
27 Febbraio 2024
I tormenti nella notte, lo spoglio a rilento, il testa a testa e i dati che arrivano alla spicciolata. Elly Schlein in un’intervista a la Repubblica ripensa alla lunga notte elettorale in Sardegna che ha visto vincere la coalizione di centrosinistra guidata da Alessandra Todde.
“E’ stata davvero dura, non avevo certezze nemmeno io stavolta”
“Sapevo – racconta la segretaria del Partito democratico – che ce la potevamo giocare perché la campagna di Alessandra Todde era andata in crescendo, specie nella settimana prima del voto avevo notato un cambiamento di clima e nutrivo la speranza di una risalita, però qualche timore restava. Era dal 2015 che non strappavamo una regione alla destra. Nove anni, un’eternità. Dalla Sardegna è arrivato un bel segnale: è la nostra prima ‘reconquista’ e non sarà l’ultima, questo è il mio messaggio per Giorgia Meloni”.
Un day after dal sapore dolce, forse il più dolce da quando è segretaria, ma la leader dem guarda già al futuro: “La sfida in Abruzzo, dove il centrosinistra stavolta al completo ci può regalare un’altra sorpresa. Ma anche la costruzione del campo dell’alternativa, a cui lavoro sin dal principio con spirito testardamente unitario. La vittoria di domenica dimostra due cose: che la premier non è imbattibile e che se stiamo insieme tutto diventa possibile”.
Poi un pensiero ai sardi, “una comunità orgogliosa che ha voluto riprendersi il futuro dopo aver sperimentato sulla propria pelle il fallimento delle destre: hanno lasciato la sanità al collasso, ridotto le opportunità per i giovani, usato poco e male le risorse del Pnrr. E’ questa la questione centrale: è una bocciatura delle forze di governo. Poi, pero, è anche la vittoria della persona giusta”. Secondo la segretaria “Todde ha saputo tenere insieme una coalizione tra diversi che ogni giorno si è unita sempre di più. Ecco, a dirla tutta è stato un meraviglioso gioco di squadra. E io sono doppiamente contenta perché il Pd ha fatto così bene da diventare il primo partito. Gli elettori hanno capito quel che volevamo fare: costruire insieme agli alleati, con umiltà e generosità, un progetto serio attorno a una donna capace e competente”. “E’ il metodo di lavoro – aggiunge – che alla fine ci ha premiato e che a me piacerebbe replicare, da qui in avanti. Il sorpasso del Pd su Fd’I mi pare la migliore risposta a qualsiasi polemica di questo tipo”.
Dalla Sardegna può partire la riscossa del campo largo: “Di sicuro il risultato dimostra che se siamo uniti la destra si può battere. La Sardegna non è terra da test nazionali, ha una storia e una sua specificità, però qui è successo qualcosa. Non ha perso solo Truzzu, ha perso la premier che ha imposto con arroganza il suo candidato, sfilandolo a Salvini. Sono sbarcati sull’isola in pompa magna, sicuri di vincere, e hanno preso una sberla micidiale, di cui Meloni deve assumersi la piena responsabilità”. Per la maggioranza potrebbe essere l’inizio di una frana in grado di far esplodere le fibrillazioni interne al governo: “Quelle ce le hanno da tempo, la sconfitta non farà che aggravarle e immagino che voleranno gli stracci”. Schlein osserva infine che “oggi la priorità è unire le nostre forze sulle grandi questioni del Paese e sono convinta che, se remeremo tutti nella stessa direzione, gli elettori ci daranno fiducia”.